Poco tempo fa ho scritto qualcosa sulla qualità dei materiali didattici, poi ho salvato una bozza dal titolo “Power point non basta” e me ne sono quasi scordata. Oggi nel suo No Logo , Mafe De Baggis rimarca quanto sia sproporzionata l’attenzione sulle presentazioni rispetto ai contenuti e ai progetti: il suo articolo mi ha fatto decidere di pubblicare la bozza, eccola.
Parliamo di presentazioni utilizzate nella formazione. Intanto non diamo per scontato che proprio tutti utilizzino proiettore e presentazione: tutte le volte che arrivo in un certo ente la prima cosa che faccio è spostare la lavagna luminosa…
Power Point (et similia) certamente ha apportato un miglioramento significativo rispetto al passato, nel senso che
- permette adattamenti e aggiornamenti evitando che qualcuno per pigrizia presenti materiali troppo datati
- l’apparizione guidata dei paragrafi evita la necessità di simulare l'”effetto strip tease” con un foglio a coprire i paragrafi seguenti sul lucido
- le animazioni possono rendere intelleggibile anche il diagramma di flusso più indigesto
Però…. però secondo me (molto secondo me):
- la docenza non si risolve in un ppt, come sembrano credere quelli che ti chiedono la presentazione perchè non possono venire e anche quelli che proteggono i loro ppt come se ci fosse dentro la formula della Coca Cola.
- durante un intervento di formazione conviene alternare forme diverse di presentazione (lavagna a fogli mobili, gesti inconsulti, solo voce, proiezione filmati…)
- la presentazione in aula serve a sostegno della mia esposizione e dell’interazione con i partecipanti, voglio poter saltare diapositive, tornare indietro, anticipare, insomma saltellare seguendo spunti e domande del gruppo;
- la presentazione rilasciata ai partecipanti, invece serve per loro consultazione ed (eventuale) approfondimento e studio
- un kit di materiale didattico dovrebbe contenere:
- programma
- informazioni sul docente
- presentazione utilizzata in aula
- un testo più articolato e discorsivo (quello che una volta si chiamava dispensa, scritto con uno strumento che permetta la gestione di note, didascalie e tutto il resto)
- bibliografia
- sitografia
- approfondimenti (ad esempio un articolo, un post tratto da un blog, un capitolo di un libro)
- (eventualmente) modelli, esempi, checklist
Mi piace mantenere separati questi materiali, in particolare le bibliografie, perchè il loro aggiornamento segue ritmi e destini diversi rispetto alla presentazione.
PS solo per consulenti: usare Power Point per scrivere documenti è da considerarsi chiaro sintomo di masochismo, è come usare un rastrello per pettinare un maltese, uno scalpello per dipingere, una padella per bollire. Insomma ci siamo capiti.
interessante la parte sui gesti inconsulti e sul maltese…
prima o poi verrò ad uno dei vostri corsi 😉
Pienamente d’accordo a metà con te: il materiale didattico deve effettivamente contenere tutto quello che hai giustamente sottolineato, a partire dalla bio di chi ha fatto la presentazione.
Come realizzare del materiale didattico stampato, invece, è un argomento spinosissimo.
In primo luogo del buon materiale didattico stampato non ha nessuna parentela evidente con la presentazione, anzi potrebbe consistere di fotocopie di fonti o paper collegati o potrebbe essere il libro dedicato all’argomento dallo speaker fresco di lulu.com.
Purtroppo gli speaker tagliano angoli. Se il tempo a disposizione è meno di un’ora si possono fare tranquillamente venti slide lavorando in modalità struttura, ma lo stesso tempo può essere richiesto dalla creazione di una singola animazione ben fatta.
Powerpoint, poi, per quanto sia stato un cavallo di battaglia sembra più un impedimento alla creatività che un aiuto. Forse del software per la produzione di video è più interessante, ma allora la presentazione è in un formato rigido e con tempi che non devono sgarrare, altro che saltare slide o tornare indietro.
Quanto al materiale iconografico, i disegnini di Kathy Sierra sul fu headrush.typepad.com sono il mio modello numero uno e la ragione per l’acquisto di una tavoletta wacom invece del mouse.
uhhh Michele, sullo stampare hai perfettamente ragione, la mia opinione la conosci, stampare meno che si può, ma a qualcuno piace seppellire i partecipanti sotto la carta per far vedere che si è dato del valore. Guarda, a volte, quando proprio serve il gesto della consegna anche un buon vecchio cd potrebbe andare. Il video piace tanto anche a me, ma in modalità formazione è veramente troppo rigido. Io faccio molta differenza tra formatore/docente e speaker..
D’accordo sulla differenza fra formatore e speaker, però mi piacerebbe avere delle slide animate e poco intrusive, diciamo avere un piccolo film per ogni argomento.
Chissà qual è lo strumento giusto. PowerPoint nell’uso avanzato e demoralizzante. A volte è più dinamico il pennarello e il bloccone di carta.
I ppt che “tengono l’attenzione” (o meglio, che aiutano un docente brillante a tenere l’attenzione) sono raramente “stampabili e distribuibili”. Io tendo ad essere della scuola “presentation zen”, per intenderci.
Le dispense dei corsi.. ho smesso quasi di prenderle su, dopo averne riciclate a pacchi come fogli per appunti.
viaggiare leggero!