Gli aspetti della scrittura professionale

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Gli aspetti della scrittura professionale

Ho avuto modo di parlare con Rita degli aspetti della scrittura professionale qualche giorno fa durante un viaggio condiviso.

Discutevamo sull’opportunità di seguire alla lettera le indicazioni dell’Associated Press.

Personalmente ne contesto alcune, tra cui rete in minuscolo che, per la cronaca, continuo e continuerò a correggere ai miei studenti.

Tuttavia, proprio come troppo spesso operano le “giovanotte” e i “giovanotti” che mi chiedono un argomento di laurea, sono cascato nella tentazione di leggere il sito dell’accoppiata Singer-Wales.

Wikipedia, tra le altre cose, enucleando gli aspetti, sottolinea una differenza tra mondo anglosassone e il nostro Paese: se da noi si parla di professionista e/o uno studente che abbia appreso le regole della buona comunicazione, negli altri contesti si parla di talento sul mercato.
Non concordo su una contrapposizione che vede da un lato l’aver imparato la tecnica e dall’altro la creatività: trovo correlati i due aspetti.

Un conto è ispirarsi a un insieme di regole e a un documento che fornisce indicazioni condivise e quasi sempre condivisibili, come accade con l’Associated Press, un altro è tradurre tutto questo e ben altro nella comunicazione e nella narrazione di un’azienda, sia che voglia raccontarsi nel sito istituzionale sia informare con una newsletter.

Banale da dire, non scontato nella pratica. Non basta una scrittura corretta e brillante, non basta, a quanto pare, eliminare il trattino di e-mail, come ci dice l’agenzia a stelle strisce, non basta trasferire ciò che si scrive in digitale nel web, perché tutto ciò funzioni.

E  non è detto che per questo compito si debba essere giornalisti o solo giornalisti.

Scrivere, per dirla alla Alessandro Lucchini, è veramente una fatica nera: la trasformazione linguistica, inevitabile nell’uso corrente, deve tener conto anche nei cambiamenti del linguaggio web, che assorbe, rielabora e ripropone, quasi diventasse punto di riferimento anche in ambito analogico. E’ oramai frequente sentir dire: “Scrivo come se lo facessi per la Rete, poi, aggiungo e adatto se devo proporre il contenuto altrove”.

Evolvere non vuol dire impoverire, soprattutto in ambito professionale. Il linguaggio deve essere semplice, ma non banale, deve esplicare, ma non essere ripetitivo.

A scanso di equivoci continuerò a scrivere sia e-mail sia e-book con il trattino, Rete sempre con la maiuscola, per buona pace dell’Associated Press e dei miei studenti che, nel redigere la loro tesi, devono tenere presente queste regole che mantengo per scelta.

Leggenda narra che il buon politologo tenga la foto di Giovanni Sartori sul comodino; nel mio caso se scrive non può non avere anche una copia del Mestiere di scrivere in tasca, una connessione per il sito della Crusca e, come sempre ripeto nel mio corso, l’uomo al centro della comunicazione e non scordarlo mai.

Fabio Muzzio (http://fabiomuzzio.wordpress.com/)