Prima della fine del mondo #2012cosedafare (i propositi per Mafe)

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Prima della fine del mondo #2012cosedafare (i propositi per Mafe)

Mafe la Grande (aka Mafe De Baggis) sta raccogliendo su Twitter  “una raccolta di desideri e progetti, seri e meno seri, realistici o completamente utopici“. Ho inviato uno dei miei propositi e stavo per farlo nuovamente, ma dopo due telefonate di amici che chiedevano se stavo bene (no, cliccare su quel linkino alla fine del tweet, no, eh) decido di imitare qualcuno e scrivere qui le cose da fare, secondo me, prima della fine del mondo. Quelle personali e quelle di lavoro (che poi non so qual è la differenza).

Personali (potete saltare a quelle di lavoro se volete): ringraziare un sacco di persone, ascoltare anche quelli che parlano lentamente; telefonare a qualcuno che non chiamo da 25 anni (ti penso spesso, però); telefonare comunque; ricordarsi di tornare a casa a dormire; riappoggiare i piedi nudi sul cruscotto mentre tu guidi; dormire ancora su un barcone davanti a S.Marco mentre intorno scoppiano i fuochi d’artificio del Redentore; scendere la Gran Risa al massimo della (mia) velocità; camminare da Bressanone a Feltre sull’Alta Via Europa 2; chiedere a chi ha miei libri in prestito di darmeli indietro o almeno dirmi come stanno; darmi lo smalto alle unghie in colori improponibili; parlare con i miei ex-cani; smettere di traslocare e mettere a posto i libri a Milano; vivere senza l’auto; leggere il Sole 24 ore di carta alla domenica e romperti le scatole ogni due minuti leggendoti frammenti di articoli; stare in baita e aspettare i camosci al tramonto; recuperare le scarpe che ho lasciato da qualche parte un anno fa, capire dove ho lasciato telefoni, alimentatori, altre scarpe; fare la pace con quelli che pensano di aver litigato con me (io non litigo mai); mangiare kebab alle ciliegie in un’Aleppo senza guerra civile; festeggiare il mio cinquantesimo compleanno con una grande cena assolutamente senza bisogno d’invito.

Lavoro: ringraziare molte persone, ricordare a molte persone che ogni tanto potrebbero anche ringraziare, o anche solo citare; comprare un’azienda per farla gestire a uno bravo sul serio; tornare a lavorare con un paio di aziende che amo molto e farle funzionare davvero; sterminare i deficienti e i furfanti furbacchioni, anzi perdonare i deficienti e costringere i furfanti furbacchioni a vivere con 1.000 euro al mese; cancellare con uno sguardo i documenti scritti in power point; far lavorare quelli bravi ma timidi; rifiutarsi di leggere le cose scritte male; incenerire chi manda mail con oggetto “varie”; spiegare a chi ha rubato le mie slide che poteva usarle alla luce del sole, bastava leggerne la licenza; alzarmi in piedi e andare via quando una presentazione è noiosa e vuota; valutare sul merito e i risultati; smettere di scrivere in aziendalese e farsi semplicemente capire; mettermi in gioco, mettermi in dubbio; permettere l’accesso ai social network ai dipendenti nelle aziende che ne hanno paura; portare cultura nelle aziende dove sembra conti solo il potere; lavorare meno e studiare di più, tutti.